Dopo il flop dell’esordio Antonio Marano, direttore di Rai Due, non parla di cancellazione ma di uno spostamento di palinsesto per X Factor. Eppure critica e pubblico hanno premiato il programma per ritmo e contenuti: che XFactor sia vittima della maledizione di Sanremo?
Scherzi a parte, il programma, seguito da 1.978.000 spettatori, per il 9.35% di share (dati Auditel) è stato giudicato dai più un buon format, pieno di ritmo, ben costruito e di sicura sostanza. Un prodotto di qualità, dunque, che però è rimasto schiacciato dalla fiction La Vita Rubatae dal Grande Fratello 8 con Totti.
Antonio Marano non ha nascosto che si sarebbe aspettato almeno un punto e mezzo, due punti di share in più: del resto con tutto l’investimento finora fatto sarebbe stato comunque un risultato deludente. Si pensa, dunque, ad un cambio di collocazione.
In effetti X factor ha già ballato molto nel palinsesto di RaiDue, prima ancora del suo inizio: previsto al mercoledì, fu poi trasferito al martedì per non scontrarsi con Amici, fino poi ad arrivare al lunedì, in diretta concorrenza con il Grande Fratello, non più “asso pigliatutto” dell’audience.
Ora però Rai Due sta facendo due conti per scegliere una collocazione più protetta: potrebbe essere il martedì, nonostante la fiction di Rai Uno e Carabinieri su Canale 5, o il giovedì, per ora occupato dai R.I.S. suCanale 5 (che sarà seguito da Lo Show dei Record, con Barbara D'Urso, dal 27 marzo) e da Don Matteosu RaiUno. Da non escludere anche la domenica, per ora in mano a Montalbano e Dr.House.
In ogni caso X factor dovrà fare i conti con la fiction, unico genere tv che continua a non tradire.
Come spiegare, intanto, gli scarsi risultati d’ascolto registrati da XFactor, al di là delle contingenze di palinsesto, che come abbiamo visto per Sanremo sono stati solo il primo campanello d’allarme?
Di certo, come si ripete da anni anche per il Festival, la musica in tv soffre, non riesce a bucare il video, ma la sensazione è che ci sia qualcos’altro. Forse è passato troppo poco tempo dalla sfilata di Big e Giovani sul palco dell’Ariston e la presentazione dei 15 concorrenti in gara, protrattasi pur senza molti tempi morti (se non le varie clip proposte sull’andamento dei provini) fino all’una meno venti ha ricordato a molti le interminabili serate del Festival di Pippo. Forse bisogna tornare a discutere sulla tv di qualità che non premia negli ascolti, se è vero che XFactor è parso a chi lo ha seguito un programma valido, finalmente concentrato sui cantanti e non sul varietà o sui litigi sterili. Per contro c’è chi l’ha stroncato, come Marinella Venegoni su La Stampa.
Forse ha davvero ragione Baudo quando analizza il crollo degli ascolti del Festival come segno non solo di un mediascape trasformato dalle nuove tecnologie ma soprattutto dalle abitudini di consumo del pubblico, magicamente attratto dal trash. Se così fosse, di certo Pippo si starà consolando di tutte le batoste prese con Sanremo, potendo rilanciare con un “vedete, anche un programma per giovani ha fatto flop!”.
Come vedete, un parallelo con Sanremo è inevitabile. Ma la sensazione, stando anche ai commenti arrivati al nostro blog, è che ci sia una certa disaffezione per i concorsi televisivi, che per quanto dichiaratamente ispirati alla meritocrazia lasciano molti dubbi sulla reale libertà di azione e di scelta dei giudici. Ovvio, provinare 10.000 persone e sceglierne solo 15, oltre ad essere un lavoro improbo, lascia insoddisfatte perlomeno 9000 persone e le loro famiglie, ma non è certo questo il punto. Forse manca tra i selezionati il vero talento esplosivo, per cui tutto torna nell’alveo del “successo costruito a tavolino” (stile Lollipop) che probabilmente appassiona meno di una gara tra ragazzini che inseguono un sogno. Del resto il target di XFactor, mediamente più alto per età di quello che segue Amici per tipologia di format e per rete (la media è 43 anni), è anche più disincantato e meno disposto a seguire i sogni altrui. In più la lista dei concorrenti non può che ingenerare qualche perplessità: di talenti “vergini” ne compaiono ben pochi.
Ma una sola puntata non può certo bastare a trarre un bilancio definitivo. Onore comunque a Simona Ventura e a Francesco Facchinetti: Simona, come sempre, ci mette la faccia in quello che fa, Francesco si è comportato egregiamente nel suo primo incarico da conduttore “serio”. Ottima anche la giuria che, oltre Simona, vanta due personaggi non certo residuali nel panorama musicale italiano, come Mara maionchi e Morgan.
La sfida è difficile, ma ci auguriamo che basti poco per vincerla, magari cambiando giorno di programmazione.
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